Tomb Raider: i diecimila immortali – recensione

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Pubblicato il 20 ottobre 2014 con il titolo originale “Tomb Raider: The Ten Thousand Immortals” il romanzo con protagonista Lara Croft è finalmente arrivato anche tradotto in Italiano, dopo una lunga attesa di più di due anni ed è acquistabile su Amazon sia in formato tascabile sia in formato ebook per Kindle.

L’ho letto qualche settimana fa e quindi ecco qui una piccola recensione, con una doverosa premessa per chi non mi conosce personalmente. La mia prima passione, ancora prima dei videogames, sono proprio i libri. Ho iniziato a leggere quando avevo 3 anni e da allora non ho mai smesso. Quindi le recensione che segue non viene scritta con il mio animo da videogiocatrice e fan di Tomb Raider, bensì con quello di lettrice accanita che ha alle spalle centinaia di romanzi da utilizzare come termine di paragone.

Detto questo, vediamo insieme com’è questo romanzo!

 

Posizionamento nell’universo Tomb Raider

 

Lara Croft - Tomb Raider 2013
Lara Croft – Tomb Raider 2013

“Tomb Raider – I diecimila immortali” è strettamente legato al videogame Tomb Raider 2013 e si posiziona prima di Rise of the Tomb Raider. Protagonista è quindi la nuova Lara reboot, ventunenne studentessa di archeologia di ritorno dall’isola di Yamatai, dove ha vissuto esperienze che le hanno lasciato traumi e insicurezze, oltre ad un grave problema di stress che le causa attacchi di panico (un presunto Disturbo da Stress Post Traumatico che lei, tuttavia, non accetta come diagnosi).

Questo quadro dovrebbe già chiarire a quale pubblico è destinato principalmente il romanzo: i fans del reboot.

Non vogliamo ovviamente dire che i fans sfegatati della Lara originale non devono avvicinarsi a questo romanzo, ma sicuramente dovrebbero iniziarne la lettura con la forte consapevolezza che NON troveranno la Lara adulta, sicura di sé, ironica e forte che amavano nei videogames targati Core Design.

Anche i fans della nuova Lara troveranno comunque delle differenze di carattere rispetto alla ragazza vista in Tomb Raider 2013, come vedremo più avanti.

 

Autori e stile di scrittura

 

Nik Vincent & Dan Abnett
Nik Vincent & Dan Abnett

Romanzo scritto a quattro mani da Dan Abnett e Nik Vincent, entrambi legati al mondo dei fumetti, “Tomb Raider – I diecimila immortali” forse subisce un po’ il loro background. Proprio come in un fumetto l’intero romanzo è sviluppato con frasi molto brevi, un ritmo veloce e descrizioni di particolari non indispensabili per la trama, ma che probabilmente hanno lo scopo di creare nell’immaginazione del lettore una serie di “vignette mentali” dell’ambientazione.

I dialoghi sono quasi sempre una serie di botta e risposta e in alcune situazioni le azioni di Lara vengono descritte fino all’esasperazione. Un esempio: i tragitti in metropolitana, dei quali vengono descritti orari, numero e nome delle fermate e tempo di percorrenza. Oppure la descrizione dei tragitti che percorre, comprensivi di nomi delle vie e degli edifici che incontra lungo la strada. Particolari tutto sommato superflui, ma che potrebbero essere apprezzati dai lettori che amano considerare Lara una persona qualunque.

Forse sapere quando Lara apre il frigorifero, cosa ci trova all’interno, se ha fame oppure no, se ha preso il treno delle 18.15 oppure quello delle 18.25 e altri particolari di questo genere, possono far sentire i lettori vicini alla loro beniamina. Personalmente, ho trovato questi dettagli non necessari e a tratti anche un po’ fastidiosi.

 

“Un rapido esame della mappa della metro le suggerì che la Jubilee Line l’avrebbe portata fino a Westminster, dove avrebbe potuto cambiare con la District Line fino a Whitechapel. Il tragitto non avrebbe richiesto più di mezz’ora.”

 

L’intero romanzo è disseminato da ripetizioni di concetti vari e non è chiaro se sia colpa della traduzione in italiano oppure se già nell’originale erano presenti. In alcune parti comunque non risulta scritto benissimo, pur essendo impeccabile dal punto di vista grammaticale e lessicale.

Spesso i personaggi, visti con gli occhi di Lara, vengono chiamati semplicemente in base alle loro caratteristiche peculiari, quindi una donna con la coda di cavallo verrà chiamata “coda-di-cavallo“, un uomo con i capelli corti “capelli-corti“, una scorciatoia narrativa per riferirsi ai vari personaggi che, personalmente, ho trovato decisamente fastidiosa.

 

Trama e personaggi

 

Lara Croft e Samantha Nishimura su Yamatai
Lara Croft e Samantha Nishimura su Yamatai

La storia si sviluppa qualche mese dopo il ritorno di Lara e degli altri sopravvissuti dall’isola di Yamatai. Lara viene descritta già nelle prime righe come una ragazza fragile, preda di attacchi di panico, seguita da un analista. Il romanzo infatti inizia proprio con un attacco di panico dovuto ad un rumore improvviso e inaspettato.

Il suo continuo stato di ansia non le consente di vivere serenamente e, ben prima che si sviluppino eventi misteriosi, Lara si sente osservata e seguita, tanto da spingersi a fotografare persone sospette con il cellulare.

La scintilla che mette in moto la trama del romanzo è l’immancabile amica della Lara 2013: Samantha Nishimura, detta Sam. Migliore amica di Lara, compagna di studi, compagna di sventura su Yamatai, anche questa volta Sam avrà bisogno di Lara per salvarsi da uno stato di coma, anche questo effetto collaterale degli eventi di Yamatai.

Per trovare una soluzione alla “malattia” di Sam, Lara inizierà ad effettuare delle ricerche su un libro – Il Libro, come viene definito –  una sorta di manuale che viene compilato da anni  (non viene specificato bene da quante e quali persone) con informazioni, disegni, appunti. Una sorta di wikipedia su carta per archeologi avventurieri che in qualche modo, forse attraverso suo padre, è arrivato nella mani di Lara.

 

“Il Libro costituiva spesso la prima base di ricerca. Era una collezione di estratti e frammenti di informazioni: note, disegni, ritagli e rimandi collezionati e aggiunti nel corso di un lungo lasso di tempo. Raggruppava fonti diverse, con collegamenti, domande e ipotesi. Era passato per un certo numero di mani, che lo avevano annotato ancora e ancora, e costituiva una fonte ricca e stupefacente.”

 

Attraverso le sue ricerche Lara verrà a conoscenze dell’esistenza di un manufatto capace di guarire ogni sorta di malattia. Da questo momento scoprirà di essere tenuta d’occhio da più di un gruppo di persone interessate proprio allo stesso manufatto e la trama si svilupperà in una sorta di pseudo romanzo di Dan Brown, ossia un susseguirsi di fughe e inseguimenti tra varie città, con una breve escursione in Grecia.

Il romanzo tutto sommato scorre bene, proprio perché scritto con frasi molto brevi e dialoghi veloci. I personaggi e le situazioni tuttavia presentano poco spessore, tanto da trovare dialoghi surreali che sembrano presi dagli sketch comici di Ale e Franz quando impersonavano i due gangster Gin e Fizz.

 

“Credi che possa aiutare Mr. Fife?”, chiese Peasley.

“Penso che possa essere persuasa”, disse Frink.

“Ti piace proprio persuadere la gente, Frink”, disse Peasley. “Sei bravo a farlo”.

“Ecco perchè è il mio lavoro, Peasley”.

 

Anche la trama lascia un retrogusto di “manca qualcosa” e alcune situazioni sembrano fuori posto, come se nella trama ci fosse qualche buco che non si riesce bene ad identificare.

Un paio di esempi: Lara con un solo sguardo capisce al volo che una persona è affetta dal morbo di Huntington (ricordate che stiamo parlando di una ventunenne studentessa di archeologia, non di una navigata laureata in medicina), tutti i cattivi che la incontrano sono interessati allo stesso manufatto, tutti nello stesso periodo di tempo

I rapporti di Lara con gli altri personaggi sono poco credibili e troppo netti: i cattivi sono cattivi, i buoni la trattano come se la conoscessero da decenni, pur avendola incontrata sette secondi prima per la prima volta. Le azioni stesse dei personaggi di contorno risultano artefatte e troppo esasperate, senza sfumature: o buono, o cattivo, o Lara.

Lara stessa ha un carattere mai visto prima, come se avessero voluto prendere la Lara reboot, inesperta e un po’ fragile, infondendole un po’ del cinismo e del sarcasmo della Lara originale – forse per andare incontro ai fans di vecchia data – ottenendo però un mix non proprio piacevole. Lara purtroppo esce fuori da questo romanzo come una ragazza sulla soglia della psicosi, con manie di persecuzione quando ancora non ha motivo di preoccuparsi di niente, antipatica e acida con alcuni personaggi e fin troppo dolce ed espansiva con altri. Anche la sua personalità risulta un po’ duale: da una parte fragile e sempre prossima ad un attacco di panico, dall’altra agile, scattante e combattiva.

L’ambientazione di tutto il romanzo, come già anticipato, e quasi completamente urbana, tolta la breve parentesi in Grecia. Quindi chi desidera vedere Lara alle prese con esplorazioni in luoghi misteriosi e abbandonati, purtroppo resterà deluso. Ci sono fughe in taxi, inseguimenti sui tetti e tra corridoi di palazzi storici, esplosioni e sparatorie, ma nessuna tomba o cripta con misteri da risolvere.

 

Conclusioni

 

Credo sia abbastanza chiaro che personalmente non azzarderei a definire questo romanzo un capolavoro, nè tantomeno l’omaggio più brillante a Tomb Raider. Tuttavia se lo si legge per quello che è, ossia un romanzo tratto da un videogame, alcuni difetti si possono ignorare. Come ad esempio i dialoghi surreali, le personalità esasperate dei personaggi e la trama traballante in alcuni punti. Anzi, i dialoghi posso risultare anche divertenti, se considerati proprio in un contesto videoludico e non letterario.

Come già detto, il romanzo è scorrevole e veloce, la trama pur con qualche difetto è interessante e se si è già fans della Lara reboot, si è abbastanza abituati a vederla a tratti fragile e morbosamente attaccata a Sam. Anzi, i fans del rapporto Lara/Sam sicuramente potranno apprezzare tutti gli sforzi che farà per salvare la sua amica del cuore. Anche la mancanza di ambientazioni antiche e misteriose non dovrebbe scioccare troppo i fans del reboot. Inoltre il manufatto al centro della trama è legato ad un mito realmente esistente, quindi potrebbe essere uno spunto interessante per approfondire l’argomento.

Sconsiglio invece del tutto il romanzo a chi ama follemente la Lara originale e non ha mai visto di buon occhio il reboot. I Diecimila Immortali non ha niente che si possa avvicinare al loro gusto, quindi potrebbe essere una lettura piacevole solo facendo finta che non si tratti di Tomb Raider.

Chi invece si trova a metà tra il reboot e il vecchio Tomb Raider, può avvicinarsi a questo romanzo senza troppo timore e troverà una storia d’avventura carina, che può far trascorrere alcune ore di lettura senza troppi pensieri.

 

Il mio voto personale:

3stars

 

 

 

 

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